di Niccolò Pini
VENTURINA 1 settembre 2014 – Quando una scuola chiude è sempre un avvenimento malinconico; le scuole sono per natura luoghi di ricordi, contenitori di una parte importante della nostra giovinezza. Ogni volta che passiamo davanti a quegli edifici scorrono nitide le immagini di quei giorni passati tra quelle mura. Chiudere una scuola significa spegnere la vita del luogo dove si trova: le risate dei bambini, i colori delle cartelle, i palloni che rotolano, il brulicare di persone all’entrata e all’uscita, le insegnanti che vigilano, i bidelli che urlano, i nonni che aspettano. A volte chiudere un complesso scolastico è necessario, il romanticismo si scontra con la dura realtà di un edificio pericolante o con un numero di studenti insufficiente o con la mancanza di insegnanti. Non è il caso della Scuola elementare “Guglielmo Marconi” di Venturina… [continua a leggere su Stileliberonews.org]