Mentre e’ in corso la discussione sull’impianto eolico proposto dalla societa’ WKN con le sue 17 torri sparse nel territorio tra Piombino e Campiglia M.ma, la Regione Toscana con delibera 1208 del 27 dicembre scorso, pubblicata sul BURT qualche giorno fa, esprime parere favorevole con prescrizioni al progetto della Società FERA srl di Genova di centrale eolica nel comune di Piombino in località “Foce di Cornia”.
Il progetto del Parco eolico prevede: la messa in opera di 6 torri di 3 MW (circa mt. 180 di altezza completi di rotore) disposte su una fascia di oltre un kilometro parallele al mare, l’adeguamento di strade esistenti, fondazioni e un cavidotto di 7,5 km.
Le perplessita’ sono molteplici su questo intervento a partire dalla localizzazione, che trovandosi in prossimita’ dell’Oasi WWF potrebbe creare interferenze con l’avifauna stanziale e migratoria ed andrebbe ad amplificare l’impatto di generale disordine del luogo, compromettendo l’equilibrio formale ampiamente percepibile dal mare. Secondo quanto riportato nel PTC, l’impianto collocandosi ad una distanza inferiore ai mt. 1000 dalla linea di costa, va ad incidere su alcune invarianti strutturali di connotato del ‘Sistema Territoriale della linea di costa’ che vede nei waterfront dei sistemi insediativi e nell’orizzonte percettivo paesistico che si estende per la profondità di 1 km elementi che dovranno essere salvaguardati al fine di mantenere l’efficacia del sistema stesso.
Gli aerogeneratori saranno collocati al margine dell’area industriale della Lucchini, immediatamente a ridosso del Treno medio piccolo, a monte della spiaggia del Quagliodromo a circa 350 mt dalla linea di costa,esternamente ma prossimi all’area a vincolo paesaggistico dell’Oasi “Orti Bottegone”.
Inoltre dallo studio di impatto ambientale l’area ove insiste il progetto risulta a destinazione urbanistica E5 “aree umide e palustri”, caratterizzata da una protezione assoluta e il divieto di qualunque tipo di costruzione, pertanto la realizzazione del parco eolico necessiterà di una “deroga al PRG”.
Per la realizzazione del progetto saranno necessari oltre 7.000 metri cubi di materiale di cava, per i basamenti delle torri, per l’area di cantiere etc..
Da non sottovalutare anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca legati alle esondazioni e alle frane nel territorio toscano che la zona dove dovrebbero ergersi le 6 torri e’ classificata a “pericolosità idraulica elevata”, ed è prossima a quella interessata dal vincolo paesaggistico dei territori costieri.
In conclusione quelle che un tempo potevamo chiamare ‘energie alternative’ non sono alternative a niente, ma soltanto aggiuntive a quelle convenzionali. La prima fonte davvero alternativa dovrebbe essere il risparmio energetico e la riduzione dei consumi, tanto più necessaria in una fase di decrescita. Procedendo in questo modo, invece di risolvere una grande questione ambientale, si finisce solo per aggiungere altri danni ambientali e quindi economici: non si parla solo del paesaggio, ma anche dello stesso bilancio energetico.
In Italia siamo riusciti a sporcare anche le energie pulite (notizia di questi giorni l’arresto di un sindaco in Sardegna per corruzione e concussione sulle pale eoliche) lasciando prevalere l’aspetto speculativo su quello dell’utilità ambientale e dell’interesse collettivo.
La Val di Cornia – conclude Parodi – è già uno dei sistemi locali che produce più energia in Toscana e anche in una logica di giusto equilibrio fra territori dovrebbe avere tutte le carte in regola per dire basta. Sarebbe bello se gli amministratori locali se ne occupassero tenendo presenti anche questi aspetti».
Giuliano Parodi
Capogruppo UpS
Corriere Etrusco 30.01.2012
sono perfettamente d’accordo che il primo passo per una sostenibilità ambientale sia insistere sul RISPARMIO energetico. Cosa di cui solo pochi parlano.
Per quello che riguarda le 6 grandi pale nel territorio della Lucchini mi pare invece che bisognerebbe essere d’accordo. Certo che l’impatto ci sarà , ma in questo caso compatibile con l’ambiente della fabbrica : un aspetto più ‘moderno’ della trasformazione del territorio legato,diciamo,ad una nuova’ industria’.Per quello che riguarda i problemi legati alle caratteristiche del suolo credo che gli studi della Regione siano competenti. Per l’altro grande problema legato al fabbisogno di calcare (quindi usura ancora maggiore delle colline ) da ignorante auspico che si possa utilizzare il materiale TAP.
Assolutamente da contrastare invece le 17 pale sparse nella campagna !!!!!
Intanto perché a monte ci dovrebbe essere una seria pianificazione territoriale e non progetti legati al caso e al nuovo boom del risparmio energetico che in certi casi chiamerei speculazione sostitutiva di quella del cemento che , come dice Giuliano ha già creato problemi di tutti i tipi , anche giudiziari.