CHE IL MEDICO fosse apprezzato e che in meno di un anno si fosse guadagnato stima e consensi è un dato di fatto che si accerta semplicemente chiedendo a chi ha avuto a che fare con lui e con il reparto in cui ha operato . Che l’ortopedico Fabio Carmassi abbia lasciato l’ospedale di Villa Marina con una lettera di dimissioni motivate, per sua dichiarazione non smentita, anche dal mancato rispetto di promesse dell’Asl è una certezza maturata nei giorni scorsi.
Che infine l’Asl ed il primario ortopedico Antonio Augusti abbiano rassicurato circa il mantenimento dei livelli di efficienza finora raggiunti nel reparto è una affermazione della quale si prende atto col giustificato beneficio del dubbio.
Sono questi i tre elementi di una “novità” che per la sanità di Piombino non rappresenta una buona notizia ed anzi aumenta più di una preoccupazione per la situazione di Villa Marina. Anche tralasciando altri segnali di malessere, come quello del ginecologo Nelso Calonaci che non approva (vedi lettera alla rivista on line www.stileliberonews.org ) l’affermazione dell’assessore regionale Marroni circa la scarsa sicurezza dei Punti nascita sotto i 500 parti, l’episodio ortopedia offre spunti di riflessione.
MENTRE oggi si sforza di rassicurare, l’Asl rileva le ottime performance dell’ortopedia piombinese già dal 2009. Un’affermazione che fa evidentemente a pugni con l’assunto “calcistico” secondo il quale la squadra che vince non si tocca. Nella sostanza, se tutto allora andava bene perché mai garantirsi le prestazioni di Carmassi? E semmai la scelta di Carmassi abbia avuto, come ha avuto, una giustificazione è difficile da capire come senza l’opera del medico dimissionario, si possa garantire che “non ci saranno ripercussioni sulla copertura dei servizi per i pazienti locali”.
NON è giusto mettere in discussione le indubbie capacità del primario e dei medici ortopedici dell’Asl livornese ma è invece lecito dubitare che essi possano far fronte a molteplici necessità in luoghi diversi.
Tanto più che nel settore qualcosa da migliorare c’è. Per esempio, in una tabella resa nota nello scorso mese di luglio, i tempi di attesa per una visita ortopedica in Val di Cornia sono indicati in quaranta giorni. Decisamente non pochi anche se sempre megliori dei 48 della Val di Cecina e dei 69 dell’area livornese. Roba che però fa sempre capo all’ortopedia generale dell’Asl 6.
E dal “celebre” rapporto del laboratorio Management e Sanità dell’Istituto Sant’Anna si possono estrarre alcuni parametri indicativi che riguardano l’ortopedia livornese. Il primo, che si può citare, attiene alle fratture di femore operate entro due giorni, un elemento a cui la Regione ha conferito una rilevante importanza tanto da attribuirgli un obbiettivo pari all’80 per cento.
EBBENE, nella classifica delle Asl toscane, quella livornese. nel 2010, figura al penultimo posto con il punteggio di 41,06 a fronte di una media regionale fissata al 59,116. Un anno dopo, cioè nello scorso 2011, si è registrata una risalita dell’Asl 6 al quintultimo posto con il punteggio di 51,88 sempre comunque sotto la media regionale del 64,227. Per la cronaca nel 2008 l’azienda si era fermata al punteggio di 49,77 e nel 2009 al 45,65.
Meno performante ma non trascurabile è poi il dato che il Sant’Anna ci riferisce riguardo alla percentuale di prime visite specialistiche ortopediche entro 15 giorni. Nel 2011 l’Asl livornese risulta ultima tra le aziende toscane quando nel 2010 era quartultima, sempre comunque abbondantemente sotto la media regionale.
Fiorenzo Bucci
La Nazione 30.09.02012
Piombino: «Ospedale smantellato, i medici fuggono»
«L’ospedale di Piombino, un tempo nostro orgoglio, è ridotto su due piani di un’ala, un po’ come negli anni Sessanta, grosse stanze con malati di tutti i tipi». Interviene Maida Landi, consigliere Pdl in provincia. «Al secondo piano – spiega – 20 posti destinati all’ospedale di Comunità, una residenza assistita. Al terzo piano l’area chirurgica – quello che doveva essere il “polo chirurgico”, cosa mai avveratasi, al piano terra la radiologia e al quinto i servizi del laboratorio e trasfusionale che da ottobre non avrà più la lavorazione del plasma.
Il sangue pur non avendo vocazioni turistiche, andrà in altri lidi e il plasma probabilmente non sarà più di tipo A come adesso ma di tipo C e il suo valore verrà sminuito a causa dei viaggi a cui viene sottoposto dall’ASL/6 che perderà denaro per il prodotto non più vendibile alle ditte farmaceutiche. Se tutto questo genererà un risparmio non lo riusciamo a vedere». « Professionalità di alto livello – ricorda – manifestano insofferenza all’idea di mettere radici in un presidio del cui smantellamento non se ne vede la fine. Fino a ieri il sindaco ha continuato a parlare di nuovo ospedale: è il momento di chiedergli cosa ha realmente fatto per la sanità in Val di Cornia.
Sindaco e direttore sanitatrio dovreste proprio far sapere agli utenti che è soltanto grazie alla soppressione di una consistente parte di servizi (altro che razionalizzazione) se riuscirete a raggiungere il pareggio di bilancio». «A dimostrazione che i servizi si fanno dove dice la burocrazia e non dove suggerirebbe il buon senso – sottolinea Landi – ci sono 170 km di costa malamente serviti mentre gli ospedali intorno all’area fiorentina e pisana abbondano, come mai? E gli elbani?».
Il Tirreno 29.09.2012