- Ricostruire un forte legame tra le scuole e il territorio per dare opportunità ai giovani alla fine del ciclo scolastico.
- Promuovere e valorizzare ogni libera iniziativa dei ragazzi per rendere il paese più vivo e attraente sotto ogni punto di vista.
- Rafforzare i servizi essenziali per agevolare le giovani coppie anche adottando politiche abitative contro l’abbandono dalla comunità.
- Accompagnare nel percorso della crescita i nostri cittadini dedicando a questo una grande attenzione da parte dell’Istituzione.
- Combattere i ricorrenti eventi di abbandono scolastico frenando svolte che producono fenomeni negativi come il bullismo.
- Sviluppare la biblioteca e investire sui servizi per l’infanzia per produrre cultura e offrire una formazione alle nuove generazioni.
Un territorio che invecchia da cui sempre più i giovani scappano cercando un lavoro più sicuro e condizioni migliori per formare una famiglia. Una comunità che perde gradualmente il legame con gli elementi identitari e si riscopre più debole, incerta e priva di prospettive. Una comunità che non riesce a promuovere in modo efficace le iniziative delle ragazze e dei ragazzi che possono dare nuova vita in chiave culturale e ricreativa al nostro tessuto sociale.
Questo è il quadro che abbiamo di fronte e che dobbiamo cercare di sovvertire. Le buone politiche giovanili si compongono di molti elementi:
- ricostruzione di un legame tra scuole e territorio,
- promozione di ogni libera iniziativa dei ragazzi per rendere il paese più vivo ed attraente sotto tutti i punti di vista,
- impegno perché sul territorio si sviluppi un tessuto economico sano che offra prospettive concrete di lavoro,
- rafforzamento dei servizi essenziali per le giovani coppie, adozione di politiche abitative.
Senza un impegno serio su tutti questi fattori, le politiche per i giovani diventano sterili e le prospettive della nostra comunità, molto incerte.
Accompagnare nel percorso della crescita i nostri cittadini è un compito che dovrà assorbire grandi attenzioni da parte delle Istituzioni. Viviamo oggi una fase di grandissima difficoltà economica che produce effetti negativi proprio sulle vite dei ragazzi. Cresce l’abbandono scolastico, si diffondono episodi di bullismo ed è sempre più difficile per molti, anche dopo aver concluso il percorso scolastico, trovare una propria collocazione in una società frammentata in cui vengono a mancare gli elementi di garanzia fondamentali per costruire un progetto di vita.
All’interno di questo contesto l’Amministrazione può e deve fare molto. Riallacciare il legame dei ragazzi con i luoghi della loro formazione scolastica favorendo la possibilità di realizzare progetti di doposcuola, anche negli stessi plessi scolastici. Rivitalizzare le strutture e tessere rapporti più saldi tra tessuto sociale e luoghi identitari e dal forte valore formativo ed educativo è un obiettivo di fondamentale importanza.
Potenziare la biblioteca rendendola parte attiva della vita culturale del comune (sull’esempio del gran lavoro promosso dalla biblioteca di San Vincenzo). Estendere l’orario di apertura, realizzare una sala lettura e una sala studio, dotarsi della connessione wifi e di maggiori attrezzature perché oltre a luogo di studio sia luogo di confronto e crescita culturale per la comunità.
Resta compito del Comune rendere fruibili gli spazi pubblici in modo più libero all’iniziativa dei ragazzi e delle associazioni giovanili che siano interessati a coltivare negli spazi comunali le loro passioni.
Ogni edificio pubblico che rimane chiuso e inutilizzato o che è sottoutilizzato è una perdita, uno spreco intollerabile per la comunità, non solo perché genera degrado ma anche perché attraverso l’uso degli spazi che abbiamo possiamo costruire una società più forte, coesa e dinamica.
Le associazioni ricreative, culturali, sportive suppliscono in parte a quest’assenza da parte dell’Amministrazione ma il ruolo fondamentale delle Istituzioni di cui c’è bisogno è quello della pianificazione di progetti che ottimizzino le molte energie generosamente spese dal tessuto sociale nei diversi settori associativi.
Dall’organizzazione di feste ed eventi, alla realizzazione di progetti culturali, dalla promozione dei talenti della nostra comunità alla valorizzazione dei progetti di aiuto sociale ed intergenerazionale, l’Amministrazione può e deve fare molto di più assumendo un ruolo attivo e un’attenzione non episodica ma continua.
Ma le politiche giovanili devono prendere in esame molto altro. A partire dal periodo delicato e importante della formazione della famiglia. Nell’attuale fase di crisi economica, l’Amministrazione ha il dovere morale di mettere a disposizione del futuro della comunità le risorse disponibili.
Ciò impone di avere una strategia economica che permetta un rilancio della Val di Cornia frenando la perdita costante di occupati e puntando sui settori con maggiori possibilità di sviluppo futuro. Permettere alle imprese di investire in questo territorio significa creare le condizioni perché si arresti il flusso migratorio dei nostri ragazzi verso altre zone d’Italia.
L’Amministrazione dovrà anche assumersi un maggiore impegno per guidare i ragazzi nel cogliere le opportunità offerte dai progetti “giovanisì” finanziati dalla regione che spaziano dai tirocini, al servizio civile ai contributi per l’attivazione di imprese.
Per formare una famiglia servono anche una casa e i servizi all’infanzia. Sulle politiche abitative si devono prevedere i sistemi di incentivi agli affitti e strategica è la risoluzione dell’enorme vertenza Carep. In questo periodo storico c’è una grande quantità di patrimonio edilizio, occorre trovare tutti gli strumenti perché i giovani possano sfruttarlo.
Urgente è un rinnovato investimento sui servizi all’infanzia. Un maggior impegno finanziario del Comune sugli asili nido, il potenziamento (o la riapertura a Campiglia) della ludoteca possono rappresentare un sostegno significativo alle giovani coppie.
Un Comune che non investe sulle politiche giovanili, non investe nel futuro e conoscerà un inarrestabile declino.
Gruppo 2019