Gli esiti del referendum non lasciano dubbi. La fusione Campiglia Suvereto era improvvisata, assunta senza consultare i cittadini, senza nessun progetto e senza motivazioni convincenti. L’unico argomento dei fautori della fusione è stato in realtà un ricatto: o uniamo i due Comuni per accaparrare un po’ di contributi regionali e statali per i prossimi 5-10 anni (se ci saranno) o non saremo più in grado di garantire servizi ai cittadini. Argomento che ha fatto sorgere il dubbio sul perché, anche solo rimanendo in Toscana, solo 6 Comuni su 287 hanno scelto la fusione mentre gli altri preferiscono cercare soluzioni con altri strumenti come l’associazione delle funzioni o l’Unione dei Comuni.
L’alta affluenza dei votanti a Suvereto (68,5%) e il clamoroso successo del NO (82,1%) dicono che i sentimenti prevalenti suscitati tra i cittadini sono stati il rifiuto dell’annessione e il pericolo per la perdita di autonomia e identità. Il 73,4% di astensionismo a Campiglia dimostra invece che la stragrande maggioranza dei cittadini non ha colto nella decisione nessun beneficio strategico e duraturo, mentre una percentuale non marginale dei votanti (23,7%) l’ha ritenuta addirittura dannosa. Il referendum ha solo creato dissidi tra i cittadini laddove non c’erano anche se, ne siamo certi, presto saranno archiviati come errore di chi li amministrava. I contrari alla fusione, come i favorevoli, non hanno mai negato la necessità che tutti i Comuni della Val di Cornia lavorino insieme.
Resta però il dato politico: la clamorosa sconfitta della fusione a Suvereto e l’enorme astensionismo a Campiglia. Sono risultati che dimostrano una distanza abissale tra amministrati e amministratori. In un paese normale, dove chi governa risponde davvero del proprio operato ai cittadini, si ammetterebbe l’errore e se ne trarrebbero subito le dovute conseguenze con le dimissioni. Ma è molto probabile che questo non accada e che chi ha assunto una decisione così rilevante, impegnando nella campagna elettorale lo stesso Presidente della Regione, resti al proprio posto e si candidi ad amministrare anche per la prossima legislatura. La vergogna non è più tra i sentimenti di certa politica e chi fa politica confida sempre più sulla memoria corta degli elettori.
La nostra proposta resta la stessa: archiviare questa brutta pagina politica, portare subito a compimento l’associazione delle funzioni già avviata tra Campiglia e Suvereto nel rispetto delle leggi e riprendere nella prossima legislatura un serio rapporto di collaborazione tra tutti i Comuni della Val di Cornia, irresponsabilmente interrotto, per rilanciare la sovracomunalità e affrontare seriamente i problemi reali di questi territori.
7 ottobre 2013
COMUNE DEI CITTADINI
Alessandro
i 7 milioni di cui parli non sono affatto andati in fumo. Sono nelle casse del Comune da tempo, sono stati accumulati in molti anni e molti sono vincolati per opere la cui utilità è oggi molto dubbia, tra cui circa 4 milioni di euro per acquisire e urbanizzare nuove aree pubbliche per edilizia economica e popolare e capannoni a Venturina. Quando cambieranno le leggi sul patto di stabilità potranno essere utilizzati. Peraltro i vincoli imposti ai Comuni dal patto di stabilità sono frutto delle leggi approvati dai governi di destra, di sinistra e delle larghe intese. Se le leggi sono sbagliate vanno cambiate per tutti i Comuni, se sono giuste vanno rispettate e a mio parere non è corretto usare la deroga per tre anni per incentivare i Comuni a fondersi.
Le fusioni vanno fatte dove servono per gestire meglio i servizi e per per programmare con maggiore efficacia lo sviluppo dei territori.
La decisione di fondere Campiglia e Suvereto è stata improvvisata, calata dall’alto, non supportata da un progetto strategico e da una concreta proposta di riorganizzazione dei servizi. In più giunge dopo che i nostri Comuni, tutti a guida PD, hanno fallito nell’intento di far lavorare insieme i Comuni della Val di Cornia. A quella scala, amministrando bene (cosa che non hanno saputo fare), è infatti possibile fare economie, pianificare e fare progetti sovracomunali per un futuro fondato sul corretto utilizzo di tutte le risorse di questi territori, senza visioni ristrette e senza prevaricazioni come purtroppo accade ancora.
La mia opinione è cha alle fusioni si può arrivare, dove servono, dopo aver dimostrato con i fatti che si può governare meglio a scale più ampie. Così facendo si rassicurano i cittadini e si crea il clima di fiducia senza il quale lo scioglimento del Comune rischia di essere visto come perdita di autonomia o, come nel caso di Suvereto, come annessione al comune più grande. La fiducia va creata prima delle fusioni e non si conquista con promesse politiche che troppo spesso sono state mortificate.
E’ questo che è mancato nella proposta della fusione Campiglia Suvereto. Facciamo tesoro di questi insegnamenti e rimettiamoci a lavoro per far lavorare insieme i nostri due Comuni e gli altri della Val di Cornia. Sono certo che con capacità e convinzione si potranno ottenere più economie nella gestione dei servizi e si potranno definire progetti più efficaci per l’agricoltura, il turismo, la piccola e media impresa e la riconversione della stessa industria.
Se i Comuni sapranno fare buoni progetti, di scala sovracomunale, le risorse affluiranno dai fondi nazionali e europei, come è accaduto in passato. Siamo stati distratti per mesi da una proposta che non aveva basi sufficienti per convincere, come ha dimostrato l’82% dei No di Suvereto e il 73% di astensionismo a Campiglia. Ora riprendiamo a lavorare e a progettare sul serio le riforme possibili.
Un saluto
Massimo Zucconi
Mi spiegate perché la Papi Letizia sbandiera la sua “Suverenità” e far parte allo stesso tempo di questa lista civica per Campiglia???? Puzza Puzza!!
Leggo quanto avete scritto in questo articolo, dopo aver letto tutto ciò che viene scritto su facebook dalla maggioranza dei suveretani, comprese le derisioni rivolte verso il sindaco Pioli, e penso ai 7 milioni di euro andati in fumo.
Penso a tutto quello che poteva esser fatto con tutti quei soldi: servizi, strade, scuola, ecc.
Perchè ha vinto il No? Per l’assurdo campanilismo che coinvolge tutta la Toscana, per menefreghismo e per la grande opera di terrorismo e disinformazione portata avanti dalla solita e aggressiva opposizione, a qualsiasi proposta provenga da queste giunte comunali.
Visto che ci sarà l’accorpamento di tutte le funzioni rimanenti al comune Suvereto entro la fine del 2013 mi chiedo quale autonomia e identità abbiano difeso i cittadini che hanno votato no.
Mi chiedo anche che senso abbia avere 2 sindaci a pochi km di distanza su una popolazione che conta poco più di 15000 anime.
L’unica cosa che è stata difesa, a mio modo di vedere, è l’ennesima poltrona di cui si poteva fare a meno, ma che è tanto preziosa agli ambiziosi di turno.
A proposito, vivo a Venturina e alle scorse elezioni amministrative non ho votato Pd.
Saluti, Alessandro Nencini