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«Sulla questione Rimigliano, vorrei chiarire all’assessore regionale Anna Marson — afferma il direttore della Cna livornese Marco Valtriani — che gli unici mandanti delle critiche e delle proteste ricevute sono i dati sull’economia nazionale, regionale, ed ancor di più quelli della Val di Cornia, che ogni giorno purtroppo campeggiano su giornali e televisioni: proprio oggi si legge di prestiti fermi, anche della Regione, per 450 milioni di euro o della chiusura in Italia in tre mesi di 146mila imprese». Interviene così, Valtriani, nella polemica sulla manifestazione sindacale organizzata in ocacsione del sopralluogo della commissione regionale nella tenuta di Rimigliano per verificare la congruità del piano urbanistico.
Il caso era rimbalzato in consiglio regionale dove la Marson aveva lamentato l’aggresisone alla commissione affermando di capire la difficoltà degli operai, ma non quella dei «mandanti». «Diciamo no alle offese — precisa Valtriani — ma comprendiamo benissimo l’esasperazione per la lentezza della politica e la disperazione per la paura del futuro che vivono i nostri imprenditori ed i loro dipendenti. Usare un termine così pesante come “mandanti” ci pare inoltre grave e sarebbe comunque allora da estendere anche ai vari comitati che abbiamo visto in qualche caso sul territorio anche brindare ed invocare medaglie al valore. Quando l’assessore afferma che le seconde case non producono reddito per l’economia locale, forse trascura impropriamente tutto l’indotto che ruota intorno al turismo che va dagli stabilimenti balneari, alla ristorazione, all’agroalimentare, ai servizi alla persona, alle manutenzioni degli immobili, ai trasporti e via dicendo, tutto reddito di imprese e di proprietari di immobili, che poi si trasforma in reddito anche per i lavoratori ed in consumi».
La Nazione 20.04.2012
Rimigliano, polemiche sulla protesta sindacale |
Tortolini: «Mettere i lavoratori in mobilità è intempestivo e inappropriato» Cgil, Cisl e Uil contro la Marson: «La manifestazione non ha mandanti» |
È ancora bagarre, a livello politico, dopo la manifestazione di alcune decine di operai dei settori edile e connessi a Rimigliano, mentre era in corso la visita della commissione paritetica interistituzionale alla Tenuta dove dovrebbero essere costruiti 120 appartamenti e un albergo. La protesta dei lavoratori, che temono per i loro posti se il progetto Rimigliano non andrà avanti a causa di una eventuale bocciatura della commissione regionale, ha ottenuto la solidarietà anche dell’assessore regionale Anna Marson che, in consiglio, ha però parlato di «mandanti» relativamente a quella protesta. Accuse di scarsa trasparenza, relativamente alla protesta, erano state espresse anche dal consigliere regionale del Pdl Andrea Agresti, che è anche menmbro della commissione paritetica, il quale ha tirato in ballo il consigliere del Pd Matteo Tortolini.
«Quando ci sono lavoratori che manifestano unitariamente la preoccupazione per il mantenimento del proprio posto di lavoro è un dovere incontrarli – replica oggi Tortolini8 – Dopo aver incontrato i lavoratori in Comune – spiega Tortolini – alla manifestazione davanti alla tenuta di Rimigliano io non ho partecipato per evidenti motivi di rispetto del lavoro della commissione che si trovava all’interno. I colleghi consiglieri della commissione con cui ho parlato mi hanno comunque raccontato che la manifestazione e’ stata largamente e diffusamente civile. È del tutto evidente che se ci sono state intemperanze verbali nei confronti dei commissari queste vanno rigettate con fermezza perché la commissione paritetica deve lavorare, come ha fatto e sta facendo, serenamente e autonomamente nel rispetto delle competenze che gli affida la legge.
Piuttosto – aggiunge Tortolini – né la lettera inviata dalla proprietà ai commissari, nè la richiesta di messa in mobilità dei lavoratori, hanno aiutato a rasserenare il clima. Atti legittimi da parte della proprietà, ma che giudico del tutto intempestivi e inappropriati». Anche i sindacati del comparto edile di Cgil, Cisl e Uil ritornano sulla vicenda criticando le affermazioni di Marson e Agresti. «I lavoratori che hanno manifestato davanti ai cancelli della tenuta di Rimigliano – si legge in una nota congiunta – l’ hanno fatto con l’unico scopo di difendere il loro posto di lavoro, e la prospettiva occupazionale messa in discussione anche dal protrarsi della decisione definitiva sul progetto.
I lavoratori non hanno mandanti, nè tantomeno li hanno i sindacati, anzi tale decisione è lesiva della dignità dei lavoratori e del lavoro che in quella sede con rispetto, stavano difendendo». «Stupisce invece che al termine del sopralluogo – proseguino i sindacati – nessun membro della commissione abbia deciso di confrontarsi con i lavoratori. Stupisce tanto più quando si apprende che le istituzioni si scagliano contro i lavoratori e chi li rappresenta, anzichè svolgere appieno il ruolo di rappresentanza degli interessi generali della collettività. I comitati che tanto hanno fatto parlar di sè in questi mesi esprimono solo una parte degli interessi che nel territorio ci sono. Con la manifestazione di lunedì – conclude la nota di Fillea, Feneal e Filca – abbiamo cercato di rendere evidenti anche altri aspetti che in questi mesi sono stati sottovalutati: il primo è la tutela del diritto del lavoro».
Il Tirreno 19.04.2012
Rimigliano, minacce durante la protesta «Tortolini si dissoci»
La protesta sta dei lavoratori edili e dei settori connessi davanti al municipio di San Vincenzo, poi all’ingresso della Tenuta di Rimigliano, ha fatto risalire la temperatura intorno al piano urbanistico approvato dal Comune. Andrea Agresti del Pdl, uno dei membri della commissione paritetica che ha effettuato lunedì il sopralluogo nella Tenuta, ha chiesto formalmente ieri in consiglio regionale che il collega del Pd Matteo Tortolini si dissoci dai contenuti e dai modi della protesta. «La maggior parte dei lavoratori – sostiene Agresti – ha espresso le proprie ragioni in maniera civile, ma un gruppetto di loro, soprattutto giovani, ha fermato le nostre auto all’uscita della Tenuta e ha rivolto frasi minacciose ed offensive ai membri della commissione. Noi eravano lì per renderci conto con più esattezza di quanto stavamo discutendo. Il nostro compito si ferma alla verifica della corrispondenza delle previsioni del Comune con il Pit (piano integrato territoriale della Regione). Personalmente mi sono reso conto che nella Tenuta c’è un patrimonio che sta andando in malora e che è giusto recuperare. Ho visto, però, che sono stati previsti volumi da recuperare anche dove c’è una semplice rete.
Non possiamo lasciarsi prendere in giro. Credo che sia necessario che si arrivi ad un compromesso, riducendo una parte dei volumi». «Ma quel che non accetto sono le minacce – prosegue Agresti – per questo chiedo a Tortolini di dissociarsi dalla protesta di lunedì. Se non lo farà sono pronto a dimettermi dalla commissione, che non può lavorare sotto pressione Già a marzo, durante la prima seduta della conferenza paritetica, la proprietà ha fatto arrivare una e-mail ha tutti i commissari, minacciando il ricorso a vie legali per la richiesta degli eventuali danni. I lavoratori ci hanno chiesto di decidere in fretta, va bene. Ma siamo solo alla seconda riunione della commissione dopo quella del 28 marzo ed abbiamo preso impegno di terminare i lavori entro la fine di aprile. I ritardi, se ci sono, sono tutti precedenti e da imputare ad altre responsabilità».
Il piano originario per la Tenuta di Rimigliano (560 ettari) prevedeva il recupero di 16.600 mq per realizzare circa 120 appartamenti e un albergo da 6mila mq per 75 camere. Il Comune di San Vincenzo, con una variante in corso d’opera, aveva già ridotto di circa 3mila mq le previsioni iniziali, estendendo invece la parte destinata agli usi agricoli. Oltre al consigliere regionale Agresti, anche altri membri della commissione (rimasti anonimi), al rientro a Firenze dopo il sopralluogo nella Tenuta hanno dichiarato alla redazione fiorentina di Repubblica che «è necessario ricercare un punto di equilibrio, e le ambizioni dei costruttori devono subire un piccolo ridimensionamento. Il progetto è bello, ma serve ancora una limata ai volumi». Di quanto? Secondo le informazioni lasciate trapelare da alcuni membri della commissione di circa 3.000-3.400 mq.
«Nel calcolo dei nuclei poderali da risanare – sempre secondo le dichiarazioni di uno dei membri della conferenza paritetica a Repubblica – ci sarebbero finite anche tettoie, voliere e capanne, strutture non in murature: quelle non possono diventare residenze, né altre possono decollare ed atterrare in luoghi diversi». Una idea diversa sui compiti delle commissione ce l’ha invece Maurizio Berrighi che – insieme a Pecci, Falk e Antinori – ha acquistato nel 2003 all’asta fallimentare Parmalat la Tenuta di Rimigliano. «La conferenza paritetica – sostiene – deve solo verificare la corrispondenza, dal punto di vista ambientale, del piano urbanistico con il Pit regionale, ma non può entrare nel merito delle volumetrie, sulle quali ogni decisione, finché è in vigore la leggere regionale 1 in materia urbanistica, spetta al Comune di San Vincenzo».
Il Tirreno 18.04.2012
Caso Rimigliano, Marson: solidale con i lavoratori, non con i mandanti
Sul caso Rimigliano, ieri in Consiglio regionale è stata sfiorata l’ennesima spaccatura fra il Pd e l’Idv. Il caso è esploso dopo una frase pronunciata dall’assessore all’urbanistica, Anna Marson, piuttosto irritata per la manifestazione di ieri l’altro, organizzata dai sindacati. Che, in aula, ha detto: «Sono solidale con i lavoratori preoccupati per il loro posto e anche con sindacati che hanno organizzato la protesta, ma non posso esserlo con i loro mandanti…».
Apriti cielo! «Chi sono i mandanti, a chi ti riferisci?», si è inalberato Vittorio Bugli, capogruppo del Pd, dopo che, soprattutto dai banchi dell’opposizione, erano stati fatti commenti vari. Al centro dell’attenzione Matteo Tortolini, già dirigente del Pd di zona e ora consigliere regionale, da sempre difensore del progetto che è stato stoppato dalla giunta regionale. «Mi pare esagerato parlare di mandanti, dimmi a chi ti riferisci», ha continuato a incalzare Bugli, chiedendo subito un confronto con Marco Manneschi, esponente di punta dell’Idv e con Marta Gazzarri, capogruppo dell’Idv in Consiglio regionale.
Tensione palpabile, da tagliare con il coltello. Poi la «rettifica» della Marson: che ha fatto sapere a Bugli di non aver parlato di «mandanti», ma di essersi solo lamentata per quello che è successo durante la manifestazione. Il caso, in aula, era stato sollevato da Andrea Agresti (Pdl) che aveva chiesto a Matteo Tortolini di dissociarsi dalle offese di cui è stata fatta oggetto la commissione che ha fatto il sopralluogo a Rimigliano. «Un consigliere regionale non può permettersi di mettersi dalla parte di chi contesta e offende i suoi colleghi impegnati in una missione», ha detto Agresti.
Tortolini ha respinto con forza di essere stato il «mandante» della protesta e di aver avuto solo un ruolo interlocutorio nella vicenda. Morale? La tensione resta alta sul caso Rimigliano, ma soprattutto fra una parte del gruppo del Pd e l’assessore Marson. Con grave preoccupazione del presidente della giunta, Enrico Rossi, che deve cercare di tenere insieme una maggioranza che, nel caso specifico, risulta spaccata e litigiosa.
Sandro Bennucci
La Nazione 18.04.2012
Il sindacato: a manifestare non c’erano solo lavoratori della Berrighi
Non erano solo i lavoratori della Berrighi costruzione a protestare lunedì in occasione del sopralluogo della commissione paritetica. «Avevamo dichiarato sciopero alla Berrighi, alla Italfluid e alla Pluri energy – spiega Giorgia Beltramme, della segreteria Fillea-Cgil – poi alla protesta si sono associati lavoratori di altre imprese». A quanto ci risulta c’erano anche dipendenti della Termoidraulica, della Elettro 2000, della Chierchiello, della Venturina scavi, della Dani Nevio, della Zucconi imbiancature, della Edil intonaci e delle Poli. In tutto, secondo fonti sindacali, una settantina di persone. «Il nostro obiettivo – sostiene Beltramme – era quello di far presente che della Tenuta si è parlato molto dal punto di vista ambientale, ma mai per l’occupazione. I lavori potrebbero dare lavoro a 250 persone in un momento di grave crisi del settore. La Berrighi ha messo già in mobilità 14 lavoratori, quelli della Italfluid e della Pluri energy sono da 6 mesi in cig Pur nello scrupolo con cui deve fare le verifiche, abbiamo chiesto alla commissione di fare in fretta. Ma non è vero che sono stati gridati slogan ingiuriosi»
Il Tirreno 18.04.2012
San Vincenzo: lo sciopero dei dipendenti delle ditte collegate al piano di Berrighi
Ieri mattina, davanti al Comune ad attendere i componenti la Commissione Paritetica Interistituzionale della Regione c’era un gruppo di dipendenti di un pool di aziende che avrebbero potuto lavorare nel progetto Rimigliano. Dipendenti in sciopero per manifestare i timori per il loro posto di lavoro.
Per 14 operai c’è anche la richiesta di mobilità, per altri la cassa integrazione. Ma la commissione, che aveva in programma un sopralluogo all’interno della Tenuta di Rimigliano (ex Parmalat) per verificare sul campo la congruità del progetto, non può certo decidere il via libera all’opera sulla base delle legittime rivendicazioni dei lavoratori, il punto è verificare se il percorso urbanistico è regolare. Come è noto l’imprenditore Maurizio Berrighi, amministratore della «Poggettino Srl» proprietaria della Tenuta di Rimigliano sta attendendo da anni una risposta al progetto di recupero a fini turistici degli ex poderi.
I ritardi, e la crisi economica attuale, mettono i n seria difficoltà molte aziende collegate al progetto. Si stima che siano coinvolti circa 250 posti di lavoro. Così, alla fine, in questa contesa, a rimetterci sono le aziende e, con loro, i lavoratori con richiesta di messa in cassa integrazione e, la Ditta Berrighi, per 14 operai la richiesta di messa in mobilità.
Comunque, il comparto Rimigliano vede interessare inoltre la Ital Fluid, Pluri Energy, Global Renergy, Idraulica Ambrosini, Elettro 2000, Edil 2000; P.M. Scavi, Edil D.N., Marosi e Zucconi Imbiancature, Edil Intonaci. Così ecco i sindacati del settore intervenire: per la Fillea-Cgil Giorgia Beltramme, per la Filca Cisl Emilio Soldatini, Uil Feneal Fabio Verdiani.
«Non È questo uno sciopero contro la Regione o gli enti locali, ma il nostro obbiettivo — hanno spiegato — è soprattutto la volontà di aprire una riflessione sulla questione occupazionale del comparto Rimigliano. La Commissione Paritetica svolga il proprio lavoro senza condizionamenti, ma in maniera veloce; sono già trascorsi otto anni e le aziende con i loro dipendenti vogliono avere risposte certe in modo da poter operare e, per questo, le stesse si vedono costrette (due hanno chiuso l’attività), a richiedere la Cig e la mobilità».
Il sindaco Michele Biagi, insieme all’assessore Bandini coadiuvati per l’occasione dal consigliere regionale Matteo Tortolini, hanno ricevuto la folta delegazione con i sindacati, i rappresentanti aziendali e gli operai.
Dopo il sopralluogo della commissione, ha spiegato Biagi «faremo un incontro all’interno della Comissione e verificheremo se esistono incongruenze fra gli strumenti urbanistici comunali e quelli della Regione. Noi, non vogliamo scontrarci con la Regione in quanto siamo convinti della regolarità degli atti prodotti e, per questo, ci muoviamo con i nostri legali. Nutriamo il massimo rispetto dell’autonomia della commissione così come previsto dalle norme legislative in materia». Così anche Matteo Tortolini: «Massimo rispetto all’autonomia della commissione regionale e, nello stesso tempo occorre dare anche risalto alla componente lavorativa con decine di famiglie coinvolte in questa realtà in momenti difficili come l’attuale; Siamo con i lavoratori e per questo nel comprendere le motivate ragioni delle aziende, riteniamo comunque sproporzionata la scelta della richiesta di messa in mobilità». La manifestazione, senza incidenti, si è poi trasferita all’ingresso della tenuta di Rimigliano.
La Nazione 17.04.2012
Ieri conferenza paritetica interistituzionale a Rimigliano
Ieri i compententi della conferenza paritetica interistituzionale hanno effettuato un sopralluogo nella Tenuta di Rimigliano. Un sopralluogo meramente conoscitivo, visto che vari componenti la commissione non avevano mai visitato il luogo e volevano capire di che cosa si stesse parlando.
La conferenza paritetica interistituzionale, formata da nove componenti scelti due anni fa e facenti parte di gruppi politici diversi, è stata indetta lo scorso 9 marzo, e si è riunita per la prima volta a Firenze il 28 marzo scorso. La conferenza valuterà se il piano urbanistico della Tenuta presenta eventuali contrasti con il Pit (piano d’indirizzo territoriale) della Regione, ed è presieduta dall’assessore regionale all’urbanistica Anna Marson. La variante al regolamento urbanistico per la Tenuta di Rimigliano, la cui redazione è iniziata nel 2004, è stata adottata dal consiglio comunale sanvincenzino nell’ottobre 2010, ed approvata dal consiglio stesso il 3 ottobre 2011.
Il 25 gennaio scorso la proprietà – la Rimigliano srl degli imprenditori Berrighi, Marchi-Falck, Antinori e Pecci, che ha acquistato l’area di 560 ettari all’asta fallimentare del 2003, dopo il fallimento della Parmalat, per 30,5 milioni – e l’amministrazione comunale hanno stipulato la convenzione che sottintende il rispetto del piano vigente. All’interno della Tenuta, si prevedono circa 120 case e un albergo di 6mila metri quadrati. I comitati, tuttavia, sostengono che ciò che gli edifici esistenti che si possono recuperare all’interno dell’area sono molti meno di quanti ne dichiara il piano. Nei giorni scorsi, Forum del centrosinistra per San Vincenzo e Comitato per Campiglia hanno presentato un esposto-denuncia alla Procura sulle presunte irregolarità del piano.(p.f.)
Il Tirreno 17.04.2012
Esposto del Comitato per Campiglia e del Forum di San Vincenzo sulla legittimità delle scelte
Comitato per Campiglia (CxC) e Forum hanno inoltrato alla Procura un esposto-denuncia relativo al piano urbanistico della tenuta di Rimigliano, che prevede case e un albergo nell’area di 560 ettari ex Della Gherardesca ed ex Parmalat. L’esposto è stato inviato per conoscenza anche ai componenti la Conferenza Paritetica Interistituzionale – che sta valutando il piano e che il 16 aprile effettuerà un sopralluogo – e ai presidenti di Regione e Provincia Enrico Rossi e Giorgio Kutufà. Secondo i denuncianti, alcuni elementi invariabili della Tenuta paiono invece poter subire profonde modifiche. Fra questi, i nuclei poderali, i poderi e la maglia viaria interna.
Ma l’attenzione si centra sulla stima del numero, della consistenza e della legittimità degli edifici presenti e sulla coerenza e legittimità del piano aziendale di miglioramento agricolo e ambientale (Pamaa) presentato dalla proprietà e approvato dal Comune il 19 gennaio 2012. Secondo CxC e Forum, nel piano si fornirebbe un diritto edificatorio di 16.600 mq come recupero dei volumi presenti, senza però documenti che ne accertino esistenza e legittimità. Nell’abaco degli immobili esistenti nella Tenuta e nella relazione esplicativa del dirigente responsabile, secondo il comitato e il Forum si affermerebbe la legittimità di tutti gli immobili, senza che si dimostri la loro esistenza prima del 1967 (Legge ponte). Da ciò che si evince dall’esposto, esistono nell’archivio informatico del Comune tre pratiche depositate dal conte Uguccione della Gherardesca nel 1955 e nel 1961, relative alla realizzazione e all’ampliamento di alcuni immobili della Tenuta, mentre un’altra, del 1941, si trova nel Comune di Campiglia.
L’esistenza dei documenti dimostrerebbe che prima del 1967, nel Comune di San Vincenzo, sarebbero state necessarie pratiche edilizie per realizzare o ampliare un fabbricato, in virtù di un regolamento edilizio vigente dal 1939 – quando San Vincenzo era parte del Comune di Campiglia – e che il nascente Comune sanvincenzino avrebbe fatto proprio nel 1949. Molti edifici della tenuta, sempre secondo Forum e CxC, non sarebbero censiti nei documenti né sarebbero presenti nello stesso Pamaa, secondo cui vari di essi sarebbero posteriori al 1968 e al 1984. Ma il paradosso, secondo coloro che denunciano, è che lo stesso dirigente certificherebbe cose diverse dal Pamaa nei documenti con cui si approva il Pamaa stesso.
Ad esempio, le “stalle sparse” nel Pamaa non sarebbero censite, e il futuro albergo sarebbe collocato nel Podere Contessa Lea secondo il piano comunale, mentre secondo il Pamaa sarebbe collocato nel Podere Walfredo. Il Pamaa approvato dilaterebbe i nuclei poderali, rendendo edificabili vaste aree agricole, e individuerebbe 3,09 ettari presso il Podere Walfredo come area per servizi sportivi, mentre gli strumenti urbanistici ne vincolerebbero l’uso agricolo. Secondo CxC e Forum, perché entrassero in vigore il Pamaa e la convenzione tra Comune e proprietà – firmata il 25 gennaio 2012 – si sarebbe dovuto attendere la pronuncia della Regione sull’eventuale Conferenza Paritetica Interistituzionale.
Il Tirreno 14.04.2012
Rimigliano, sopralluogo delle commissione con… sciopero
Incrociano le braccia lunedì 16 i lavoratori edili della Berrighi Costruzioni, il giorno del sopralluogo della Commissione paritetica della Regione Toscana. «Vogliamo risposte per i lavoratori della Tenuta – hanno dichiarato – perché i posti di lavoro sono a rischio e ancora non abbiamo avuto nessuna risposta certa sul futuro del lavoro e della Tenuta».
Lunedì i lavoratori edili della Berrighi Costruzioni incroceranno le braccia per 8 ore e manifesteranno la loro preoccupazione proprio nelle stesse ore in cui la Commissione Peritetica della Regione Toscana effettuerà un sopralluogo per verificare la compatibilità del progetto . Alle 9.30 i lavoratori saranno in presidio davanti alla sede del Comune di San Vincenzo, a seguire il corteo si sposterà di fronte ai cancelli della Tenuta.
«LUNEDÌ manifesteremo insieme ai lavoratori della Berrighi” spiegano i rappresentanti sindacali di Fileea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl.
«Esprimiamo grande preoccupazione per la ricaduta occupazionale che questi continui rinvii possono rappresentare sia in termini di perdita immediata di posti di lavoro, sia nei termini di una mancata occupazione che altrimenti verrebbe garantita». Si parla, lo ricordiamo, di oltre 300 posti di lavoro tra opere di cantiere e lavoratori del turismo. “Chiediamo che questa vicenda si risolva in modo positivo ed in tempi brevi».
La Nazione 14.04.2012