LA ROTTA verso sud è contrastata da un mare che non è proprio una tavola. Ovvero se Piombino, sindaco in testa, è pronta a gettarsi tra le braccia della provincia di Grosseto, non con altrettanto calore i grossetani sono pronti ad accoglierla. Con garbo, perfino accettando le avances livornesi, lo ha fatto capire il presidente della provincia maremmana, Leonardo Marras che in una iniziativa al Centro Giovani di Piombino si è confrontato con il collega Gianni Anselmi.
IN UNA sala riempita dal Comitato per il trasloco a Grosseto, Marras ha avuto un incipit sicuramente incisivo per chiarezza ma molto simile ad un freno a mano tirato in un parcheggio in discesa. «Non crediate – ha detto ai piombinesi – di risolvere i vostri problemi con il trasferimento verso sud e vi prego di prendere atto che la nostra vasta provincia non è in cerca di nuovi territori per espandersi».
C’è da chiedersi invece quante delle seimila firme raccolte dal Comitato non siano state dettate dal disamore verso l’inconcludenza di Livorno e dalla contemporanea speranza di veder superato qualche scoglio facendo rotta a sud. E se si può capire lo sforzo di Anselmi per evitare connotazioni antilivornesi al trasloco, non si può sottovalutare come l’aspirazione generale sia al miglioramento pratico, alle cose quotidiane che muoiono nella statica indifferenza della politica.
E’ OVVIO che tra territori vicini esistano omogeneità, affinità e anche storie comuni come è stato sottolineato in molti interventi. E’ naturale che il porto di Piombino, speso nell’occasione in tutte le salse, rappresentati un richiamo per le economie di vaste aree oggi collocate in province diverse. Ma questo è indipendentemente dal fatto che la Val di Cornia resti livornese o diventi grossetana.
Marras ha puntato molto sul contesto almeno subregionale nella riorganizzazione dei servizi e nel ripensamento delle infrastrutture. E in questa dimensione più che in altre ha collocato il l’eventuale matrimonio a cui si è dimostrato favorevole.
D’ALTRA PARTE Piombino pare invece molto condizionata – e si può capire – da una visione grossetana limitata alle colline metallifere che davvero hanno infiniti legami con la Val di Cornia al punto che il “filo spinato”, di cui ha parlato il sindaco di Follonica Eleonora Baldi e che, in una visione antica, regge ancora a sud di Riotorto, deve essere rimosso. Una scelta politica che comunque giunge tardiva e che prescinde da eventuali passaggi da una provincia all’altra. Grosseto ha 28 municipalità almeno 18 delle quali hanno poco o nulla in comune con Piombino. Intenzionato peraltro a marciare in proprio, convinto, in forza della propria dimensione e soprattutto dell’importanza del proprio porto, di poter trainare verso sud, come ha detto il sindaco Anselmi, «l’angusta Val di Cornia». Un’ultima notazione, tutt’altro che trascurabile, riguarda l’assenza all’incontro della dirigenza del Pd, un segnale certamente importante al quale c’è da ritenere che almeno Marras non sia insensibile.
Fiorenzo Bucci
La Nazione 13.01.2013