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Massimo Zucconi: “Salvare il parco di Rimigliano è ancora possibile”

Luglio 10, 2011
In Le nostre iniziative, Territorio & Ambiente
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E’ ormai evidente che la sciagurata decisione del 1998 di far costruire un grande albergo nel parco, per assecondare gli interessi della Parmalat di Tanzi, è stato un grave errore.

Così com’è evidente che Rimigliano, con la tenuta agricola e la fascia costiera, rappresenta un bene comune che va ben oltre i confini comunali. Le spiagge libere in contesti naturali protetti e pubblici, così come la produzione agricola e i paesaggi rurali, sono sempre più beni essenziali per la Toscana e per l’Italia. Vanno difesi.

Che si tratti di un bene comune lo attesta il fatto che il parco di Rimigliano fu concepito alla fine degli anni 60 da un gruppo di Comuni della costa livornese (San Vincenzo, Castagneto, Bibbona e Cecina) con l’ obiettivo di “contrastare lo sfruttamento speculativo della costa” e lasciare all’uso pubblico vasti tratti di spiagge e di pinete. Una decisione che, 10 anni dopo, costituì esempio per un altro progetto sovracomunale: quello del sistema dei parchi concepito dai Comuni di Piombino, Campiglia, San Vincenzo e Suvereto con i piani regolatori coordinati.

Quel progetto, in pochi anni, ha fatto grandi passi e oggi il sistema dei parchi rappresenta uno dei fattori di maggiore attrazione per un turismo basato sulla tutela e sulla valorizzazione dei beni comuni, culturali e paesaggistici.

La decisione del 1998 di aprire Rimigliano alla speculazione immobiliare, invece, ha fatto defilare quel parco dalle politiche di tutela. A differenza di tutti gli altri parchi, Rimigliano non è stato ancora classificato come “area naturale protetta”. Se lo avessero fatto sarebbe stato impossibile prevedere dentro la tenuta agricola un albergo di 6.000 mq. e la possibilità di demolire e ricostruire gran parte degli edifici rurali dai quali sorgeranno circa 180 nuove abitazioni che, a San Vincenzo, sono seconde case.  Decisioni pesanti che sanciscono la fine dell’agricoltura e l’inizio di una fase in cui a prevalere saranno sempre più gli interessi speculativi.

Tutto ciò accade mentre il Comune di San Vincenzo ha deciso, nel 2009, di rivedere il proprio piano strutturale, di volersi allineare alla pianificazione degli altri Comuni, di voler includere Rimigliano tra le aree naturali protette, di voler garantire che nelle campagne si faccia solo agricoltura. Tutti buoni propositi, clamorosamente contraddetti, però, dalle decisioni che stanno per assumere in via definitiva in questi giorni.

Per restituire un minimo di credibilità alla politica, occorre dunque sospendere le decisioni su Rimigliano. Occorre mettere mano con urgenza al nuovo Piano Strutturale di San Vincenzo, confrontarlo con le strategie di governo degli altri Comuni, con i nuovi indirizzi del governo regionale e assumere decisioni coraggiose coerenti con la tutela della funzione agricola e del paesaggio. Per il bene comune della Toscana e, ne sono certo, anche per il bene di San Vincenzo.

9 luglio 2011

Massimo Zucconi
Capogruppo Comune dei Cittadini

SULLA STAMPA:

«Rimigliano, il parco si può ancora salvare»
Campiglia, intervento di Massimo Zucconi della lista «Comune dei Cittadini»
«Salvare il parco di Rimigliano è ancora possibile». Ne è convinto il capogruppo della lista civica Comune dei Cittadini, Massimo Zucconi con il quale ripercorriamo la vicenda. «E’ ormai evidente che la sciagurata decisione del 1998 di far costruire un grande albergo nel parco, per assecondare gli interessi della Parmalat di Tanzi, è stato un grave errore. Così com’è evidente che Rimigliano, con la tenuta agricola e la fascia costiera, rappresenta un bene comune che va ben oltre i confini comunali. Le spiagge libere in contesti naturali protetti e pubblici, così come la produzione agricola e i paesaggi rurali, sono sempre più beni essenziali per la Toscana e per l’Italia. Vanno difesi. Che si tratti di un bene comune lo attesta il fatto che il parco di Rimigliano fu concepito alla fine degli anni 60 da un gruppo di Comuni della costa livornese (San Vincenzo, Castagneto, Bibbona e Cecina) con l’obiettivo di “contrastare lo sfruttamento speculativo della costa” e lasciare all’uso pubblico vasti tratti di spiagge e di pinete. Una decisione che, 10 anni dopo, costituì esempio per un altro progetto sovracomunale: quello del sistema dei parchi concepito dai Comuni di Piombino, Campiglia, San Vincenzo e Suvereto con i piani regolatori coordinati. Quel progetto, in pochi anni, ha fatto grandi passi e oggi il sistema dei parchi rappresenta uno dei fattori di maggiore attrazione per un turismo basato sulla tutela e sulla valorizzazione dei beni comuni, culturali e paesaggistici. La decisione del 1998 di aprire Rimigliano alla speculazione immobiliare, invece, ha fatto defilare quel parco dalle politiche di tutela. A differenza di tutti gli altri parchi, Rimigliano non è stato ancora classificato come “area naturale protetta”. Se lo avessero fatto sarebbe stato impossibile prevedere dentro la tenuta agricola un albergo di 6.000 mq. e la possibilità di demolire e ricostruire gran parte degli edifici rurali dai quali sorgeranno circa 180 nuove abitazioni che, a San Vincenzo, sono seconde case».

Tutto ciò accade mentre il Comune di San Vincenzo ha deciso, nel 2009, di rivedere il proprio piano strutturale, di volersi allineare alla pianificazione degli altri Comuni, di voler includere Rimigliano tra le aree naturali protette, di voler garantire che nelle campagne si faccia solo agricoltura. «Tutti buoni propositi, clamorosamente contraddetti, però, dalle decisioni che stanno per assumere in via definitiva in questi giorni. Per restituire un minimo di credibilità alla politica, occorre dunque sospendere le decisioni su Rimigliano. Occorre mettere mano con urgenza al nuovo Piano Strutturale di San Vincenzo, confrontarlo con le strategie di governo degli altri Comuni, con i nuovi indirizzi del governo regionale e assumere decisioni coraggiose coerenti con la tutela della funzione agricola e del paesaggio. Per il bene comune della Toscana e, ne sono certo, anche per il bene di San Vincenzo».
La Nazione 10.7.2011

Corriere Etrusco 10.7.2011

«Rimigliano è un bene comune, occorre sospendere le decisioni e fare scelte coraggiose»
Zucconi interviene sul piano per case e albergo nel parco
E’ ormai evidente che la sciagurata decisione del 1998 di far costruire un grande albergo nel parco, per assecondare gli interessi della Parmalat, è stato un grave errore. Così com’è evidente che Rimigliano, con la tenuta agricola e la fascia costiera, rappresenta un bene comune che va ben oltre i confini comunali. Che si tratti di un bene comune lo attesta il fatto che il parco di Rimigliano fu concepito alla fine degli anni ’60 da un gruppo di Comuni della costa (San Vincenzo, Castagneto, Bibbona e Cecina) con l’obiettivo di “contrastare lo sfruttamento speculativo della costa” e lasciare all’uso pubblico vasti tratti di spiagge e di pinete. Una decisione che, 10 anni dopo, costituì esempio per un altro progetto sovracomunale: quello del sistema dei parchi concepito dai Comuni di Piombino, Campiglia, San Vincenzo e Suvereto con i piani regolatori coordinati.
Quel progetto, in pochi anni, ha fatto grandi passi e oggi il sistema dei parchi rappresenta uno dei fattori di maggiore attrazione per un turismo basato sulla tutela e sulla valorizzazione dei beni comuni, culturali e paesaggistici.
La decisione del 1998 di aprire Rimigliano alla speculazione immobiliare, invece, ha fatto defilare quel parco dalle politiche di tutela. A differenza di tutti gli altri parchi, Rimigliano non è stato ancora classificato come “area naturale protetta”. Se lo avessero fatto sarebbe stato impossibile prevedere dentro la tenuta agricola un albergo di 6.000 mq. e la possibilità di demolire e ricostruire gran parte degli edifici rurali dai quali sorgeranno circa 180 nuove abitazioni che, a San Vincenzo, sono seconde case.
Tutto ciò accade mentre il Comune di San Vincenzo ha deciso, nel 2009, di rivedere il proprio piano strutturale, di allinearsi alla pianificazione degli altri Comuni, di includere Rimigliano tra le aree naturali protette, di garantire che nelle campagne si faccia solo agricoltura. Tutti buoni propositi, clamorosamente contraddetti, però, dalle decisioni che stanno per assumere in via definitiva in questi giorni.
Per restituire un minimo di credibilità alla politica, occorre sospendere le decisioni su Rimigliano, mettere mano al nuovo Piano strutturale di San Vincenzo, confrontarlo con le strategie degli altri Comuni, con i nuovi indirizzi del governo regionale e assumere decisioni coraggiose coerenti con la tutela della funzione agricola e del paesaggio. Per il bene della Toscana e, ne sono certo, anche per il bene di San Vincenzo.
MASSIMO ZUCCONI   (CAPOGRUPPO COMUNE DEI CITTADINI)

Il Tirreno 12.7.2011 Pagina 3 – Piombino – Elba

 

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