Il Tirreno 25.4.2010
Mentre il governo “federalista” chiude i Circondari istituiti per legge regionale dalla Toscana, in Val di Cornia alcune liste civiche ormai ridotte a megafoni del ministro leghista Calderoli, non trovano di meglio che attaccare il centrosinistra locale. Non è una novità, tuttavia constatiamo desolati e rammaricati che sostenere queste liste significa fare un favore a Berlusconi e al centrodestra.
Noi pensiamo che si debba rafforzare il governo unitario della Val di Cornia andando oltre gli strumenti fragili e spesso non sufficienti che ci siamo dati in questi anni. Per questo i Comuni della Val di Cornia stanno lavorando da mesi per preparare una bozza su una riorganizzazione complessiva dell’apparato amministrativo dei Comuni con l’obiettivo di unificare alcuni pezzi delle strutture amministrative dei Comuni. Passare da cinque strutture che gestiscono il personale, i tributi, i contratti (l’elenco potrebbe proseguire) a un processo di unificazione di tutti quei servizi che mantenendo sportelli comunali vedrebbero centralizzati gli apparati amministrativi. A regime si potrebbero ottenere risparmi di spesa da destinare ad altri settori. Trasformare questo processo nella nascita dell’Unione dei Comuni come passo ulteriore di natura politica e amministrativa per rafforzare la Val di Cornia, ecco la proposta lanciata a suo tempo dal Pd che per tutta risposta ha ricevuto dalle medesime liste civiche la difesa di quel Circondario che oggi viene chiuso.
E’ evidente che un passaggio storico di questo tipo necessita di approfondimenti e dell’apertura di una discussione seria e larga che dovrebbe interessare anche ai “sacerdoti della partecipazione a contratto”. Per questo tocca alle forze che hanno responsabilità di governo e collegamenti regionali e nazionali guidarla perché da questo punto di vista liste di rango comunale non danno nessuna garanzia e affidabilità di poter contribuire al rafforzamento del governo del territorio e di lavorare per dare continuità ai servizi per i cittadini, non essendo presenti nel Comune più grande del territorio, Piombino, né in Regione Toscana, tanto meno nel parlamento nazionale. Anche per loro, quindi, oltreché per i cittadini pensiamo che si debba aprire una discussione seria per approdare a una nuova fase per la Val di Cornia.
Segreteria PD
Val di Cornia-Elba