«Stiamo vivendo i momenti più duri della storia sindacale di questi ultimi anni». Così Fausto Fagioli, segretario della Fim ha aperto ieri il convegno sulla siderurgia organizzato dai sindacati. Prima Vincenzo Renda, segretario della Uilm, aveva lettera la dura lettera inviata nei giorni scorsi dai tre sindacati all’advisor delle banche Rothshild, alla Lucchini e al ministro Passera per sollecitare la nomina del nuovo consiglio di amministrazione. «La siderurgia ha sottolineato Fagioli si trova ad affrontare sfide enormi in tutta Europa. Ristrutturazioni, delocalizzazioni, chiusure e marcia al minimo degli impianti. Il polo piombinese non è sfuggito al disastro e, pur reggendo il colpo, ha pagato un prezzo importante in termini di occupazione.
Dal 2008 ad oggi si sono persi centinaia di posti di lavoro. Alcune imprese hanno chiuso i battenti, altre hanno ridotto il personale. E il 2012 sarà un anno ancora più buio, a rischio sopravvivenza, per tante piccole e media imprese». Da qui la stesa preoccupazione per un allentamento dei vincoli della coesione sociale e della solidarietà. A preoccupare meno i sindacati è la situazione Dalmine, dopo l’accordo raggiunto nel 2009 sul polo logistico e sul rilancio produttivo dello stabilimento. Di più la Magona dove, ha detto Fagioli. «C’è una condizione di incertezza, un calo dei volumi produttivi e il conseguente ricorso agli ammortizzatori sociali e ai contratti di solidarietà. Una situazione preoccupante anche alla luce di quanto sta avvenendo negli altri stabilimenti europei di Arcelor Mittal». Troppo tempo è passato anche per la vicenda Lucchini. Ed è per questo che il sindacato insiste per la rapida nomina del nuovo Cda e perché il ministero assuma un ruolo attivo e di garanzia. Una fotografia, quella scattata ieri sulle debolezze del polo siderurgico piombinese, che non è certo nuova. Di nuovo solo l’interessamento degli indiani, a cui hanno fatto riferimento sia il presidente della Provincia Kutufà che il segretario della Cgil Giuseppe Bartoletti. «Se c’è una manifestazione d’interesse dobbiamo valutarla attentamente – ha sostenuto il sindacalista – Ma se va verso il consolidamento dobbiamo favorirla». Scettico invece sull’atteggiamento delle multinazionali il segretario del Prc Alessandro Favilli, che ha rivendicato un ruolo pubblico nel governo dell’industria».(g.p.)
Il Tirreno 10.05.2012