La società A&B non c’è più. La sua crisi lascia sul campo decine di lavoratori licenziati e liquidatori in cerca di nuovi acquirenti. Amaro epilogo di una crisi che sembrava aver trovato vie di soluzione, a partire dal fatto che quell’azienda produce infissi e serramenti in grado di competere sui mercati. Dunque altre sono le ragioni che hanno portato alla crisi e su queste dovranno lavorare coloro che hanno il mandato di salvare il salvabile.
Da parte nostra c’è il massimo sostegno verso i lavoratori, le organizzazione sindacali e i tecnici incaricati di gestire la liquidazione dell’azienda. Prendiamo atto con favore che negli impegni del liquidatore c’è anche quello della tutela dell’occupazione. Abbiamo sostenuto e sosterremo l’impegno del Sindaco per favorire l’accesso al credito e difendere i posti di lavoro. Questa è ora la priorità delle priorità e chiunque ha strumenti deve convergere su questo obiettivo.
Ma sugli scenari delle nostre aree produttive, e in particolare su Campo alla Croce, è necessaria una riflessione. Dopo la CST rischia di chiudere un’altra importante azienda, distruggendo posti di lavoro e lasciando vuoti capannoni che vanno ad aggiungersi a quelli che non hanno ancora trovato acquirenti o utilizzatori.
Sappiamo che gli strumenti di cui dispone il Comune per affrontare le crisi aziendali sono pochi, ma alcune linee per il rilancio produttivo dobbiamo darcele.
Intanto sarà opportuno vigilare affinchè i contributi pubblici siano indirizzati verso imprese competitive e senza fini speculativi, a differenza di quanto è accaduto anche nel recente passato dove contributi statali sono andati a favore di imprese che non hanno mai iniziato le attività o le hanno cessate dopo pochi anni.
Di fronte ai capannoni vuoti e alle attività che cessano, bisogna poi evitare di mettere in campo altre aree per costruire altri capannoni, non si sa per chi. Se ci sono imprese interessate ad investire nelle nostre zone, vanno orientate verso i capannoni che già esistono; meglio ancora nel rilevare attività competitive come la A&B.
Infine la logistica. Da tanti anni si auspica il completamento delle infrastrutture essenziali per le aree produttive di Campo alla Croce : il miglior collegamento con il porto commerciale di Piombino, il raccordo diretto con la vicina stazione per i traffici commerciali, l’adeguamento della variante Aurelia. Si è detto tanto ma si è fatto poco o nulla. Questi argomenti vanno ripresi con maggiore determinazione di fronte alle difficoltà crescenti delle nostre imprese e alla perdita dei posti di lavoro I soldi sono pochi, ma troppo spesso abbiamo assistito a sprechi di denaro pubblico o a investimenti più spostati sulla rendita che sulla produzione. Evitiamo di ripetere questi errori ed impegniamo le nostre energie per l’innovazione e la competitività del sistema produttivo locale.
8 aprile 2011
Comune dei Cittadini
SULLA STAMPA:
La Nazione 9.4.2011:
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Crisi in Campo alla Croce | |
«Serve una riflessione» «Bisogna puntare sulla logistica e completare le opere» | |
![]() LA CRISI di Campo alla Croce, «è necessaria una riflessione». La preoccupazione sulla sorte dell’area artigianale di Venturina, arriva dalla lista civica Comune dei Cittadini che esprime solidarietà e chiede impegni per i lavoratori della AeB. «La società AeB non c’è più. La sua crisi lascia sul campo decine di lavoratori licenziati e liquidatori in cerca di nuovi acquirenti. Amaro epilogo di una crisi che sembrava aver trovato vie di soluzione, a partire dal fatto che quell’azienda produce infissi e serramenti in grado di competere sui mercati – incalza la lista – dopo la Cst net rischia di chiudere un’altra importante azienda, distruggendo posti di lavoro e lasciando vuoti capannoni che vanno ad aggiungersi a quelli che non hanno ancora trovato acquirenti o utilizzatori. Sappiamo che gli strumenti di cui dispone il Comune per affrontare le crisi aziendali sono pochi, ma alcune linee per il rilancio produttivo dobbiamo darcele. Intanto sarà opportuno vigilare affinchè i contributi pubblici siano indirizzati verso imprese competitive e senza fini speculativi, a differenza di quanto è accaduto anche nel recente passato. Di fronte ai capannoni vuoti e alle attività che cessano, bisogna poi evitare di mettere in campo altre aree per costruire altri capannoni. Se ci sono imprese interessate ad investire nelle nostre zone, vanno orientate verso i capannoni che già esistono; meglio ancora nel rilevare attività competitive come la AeB». INFINE la logistica. «Da tanti anni – continua CdC – si auspica il completamento delle infrastrutture essenziali per le aree produttive di Campo alla Croce: il miglior collegamento con il porto di Piombino, il raccordo diretto con la vicina stazione per i traffici commerciali, l’adeguamento della variante Aurelia. Si è detto tanto ma si è fatto poco o nulla. Questi argomenti vanno ripresi con maggiore determinazione di fronte alle difficoltà crescenti delle nostre imprese e alla perdita dei posti di lavoro». m.p. Il Tirreno 11.4.2011: Comune dei cittadini solidale coi lavoratori AeB Il Comune dei cittadini esprime sostegno ai lavoratori della A&B. «La sua crisi lascia sul campo decine di lavoratori licenziati e liquidatori in cerca di nuovi acquirenti. Amaro epilogo di una vicenda che sembrava aver trovato vie di soluzione, a partire dal fatto che quell’azienda produce infissi e serramenti in grado di competere sui mercati. Dunque altre sono le ragioni della crisi». |
Concordo con Franco. Anzi aggiungo che dobbiamo impegnarci, ciascuno con i propri mezzi, per salvare la produzione dei quella che fù la società A&B e con essa i posti di lavoro. Se il prodotto di quell’azienda ha un mercato, come si afferma, è necessario che tutti facciano la loro parte per il salvataggio, a partire dal credito bancario.
Il riferimento ai capannoni vuoti, o che rischiano di chiudere, sta a segnalare che lo sforzo prioritario di questa fase economica è difendere e innovare la produzione che c’è, anzichè orientare gli investimenti verso la rendita immobiliare, come invece è accaduto in Italia negli anni passati. I liquidatori della A&B cercano imprenditori per rilevare quell’azienda, per continuare a produrre infissi mettendo a frutto l’esperienza dei tecnici e dei lavoratori di quell’azienda. Credo che anche il Comune, con le sue scelte, possa aiutarli.
Inoltre il Comune può rendere più efficienti le nostre aree produttive migliorando la logistica, i collegamenti stradali, ferroviari e portuali. Anche questi sono aiuti al sistema produttivo.
Massimo Zucconi
Vorrei ricordare alcuni commenti, in riferimento all’argomento dei cantieri ancora aperti intorno alla stazione di Venturina.
MASSIMO 2 DICE:
devo ricordare che negli anni 90 e primi 2000 nell’immobiliare ci si sono buttati in tanti, attirati dalla facilità di realizzare utili.
MASSIMO ZUCCONI DICE:
Converrai che negli ultimi 15 anni il settore delle costruzioni, più che dai bisogni reali, sia stato trainato da spinte speculative, ben oltre la storica attività d’impresa edile a cui tu ti richiami e che, a mio parere, rappresenta un valore di professionalità da non disperdere. Non siamo noi che lo diciamo, ma la cultura politica ed economica più avanzata. Sono in molti a pensare che la crisi del 2008 tragga origine proprio dalla bolla speculativa creata in America con l’attesa di facili guadagni nel settore immobiliare.
La società AeB si OCCUPAVA di produzione di infissi e serramenti e NON DI EDILIZIA, nonostante ciò sul giornale leggiamo: –
Amaro epilogo di una crisi che sembrava aver trovato vie di soluzione, a partire dal fatto che quell’azienda produce infissi e serramenti in grado di competere sui mercati – incalza la lista – dopo la Cst net rischia di chiudere un’altra importante azienda, distruggendo POSTI DI LAVORO e lasciando vuoti capannoni che vanno ad aggiungersi a quelli che non hanno ancora trovato acquirenti o utilizzatori- e ancora – Intanto sarà opportuno vigilare affinché i contributi pubblici siano indirizzati verso imprese competitive e senza fini speculativi, a differenza di quanto è accaduto anche nel recente passato. Di fronte ai capannoni vuoti e alle attività che cessano, bisogna poi evitare di mettere in campo altre aree per costruire altri capannoni. Se ci sono imprese interessate ad investire nelle nostre zone, vanno orientate verso i capannoni che già esistono; meglio ancora nel rilevare attività competitive come la AeB».
Vorrei far capire a tutti (anche se gli imprenditori di qualsiasi settore lo sanno benissimo!) che il problema della crisi sono gli Istituti Bancari, che continuano ad andare contro la ripresa economica, se continuano su questa strada NOI non risolveremo più niente.
LA SOCIETA’ AeB POTEVA ESSERE SALVATA……..BASTAVA VOLERLO!!