Val di di Cornia nella macroprovincia di Grosseto e Siena? E’ ancora troppo presto per dire se le volontà espresse nei giorni scorsi dal sindaco di Piombino Gianni Anselmi per la sua città, saranno seguite anche dagli altri sindaci della Val di Cornia. Al momento, prevale nei primi cittadini della zona l’incertezza rispetto alle nuove norme, da capire meglio come da seguire saranno gli effetti a breve termine della Spending Review e degli accorpamenti.
D’accordo con Anselmi nell’ottica dell’ingresso nella possibile macroprovincia Grosseto-Siena è il sindaco di Suvereto Giampaolo Pioli, che vede nella provincia di Grosseto-Siena il lembo di territorio giusto per sviluppare le politiche agricole e vitivinicole del suo territorio. Attendista si mostra, invece, il sindaco sanvincenzino Michele Biagi, che pare più interessato alle gestioni associate di servizi del proprio Comune con quelli di Castagneto, Sassetta e Bibbona. Un Biagi, quindi, che non prende posizione sulla futura provincia di appartenenza di San Vincenzo, ma che – questo sì – sembra approssimarsi alla Val di Cecina. La novità è rappresentata dall’asse proposto dal sindaco campigliese Rossana Soffritti che, pur rimarcando la propria volontà di capire meglio, lancia un’idea tutta nuova: Campiglia nella macroprovincia di Livorno e Grosseto, che il sindaco vede come zone analoghe, per storia e cultura, al territorio che governa.
Pioli. «Quanto ha dichiarato nei giorni scorsi Gianni Anselmi – spiega il sindaco Giampaolo Pioli – rispecchia in toto il mio pensiero. La scelta più conveniente, anche per Suvereto, è la provincia di Grosseto-Siena, a causa delle grandi analogie con la mia zona. Il carattere del mio paese è intimamente agricolo, e l’agricoltura è al centro della vita culturale e produttiva delle zone di Grosseto e Siena. Ci sono grandi personalità – prosegue Pioli -nella Provincia di Livorno, con la quale abbiamo collaborato proficuamente. Ma a livello strategico, per noi, non esiste miglior scelta possibile che appartenere alla macroprovincia Grosseto-Siena. Non scordiamoci che le analogie si ritrovano anche nella produzione vitivinicola, molto importante per noi, e nell’ortofrutta, il 25% della cui produzione regionale proviene dalla Val di Cornia».
Soffritti. «Dobbiamo studiare a fondo – dice il sindaco Rossana Soffritti – la nuova normativa, e non farci trascinare dall’impulso e dalla fretta. Vi dovrà essere un confronto tra istituzioni e tra istituzioni e cittadini per poter giungere ad una soluzione condivisa. Dobbiamo poi capire i risvolti della Spending Review e i nuovi agglomerati di province che deciderà il Governo. Certo è – prosegue Soffritti – che Campiglia non ha niente in comune né con Siena né con Arezzo, mentre ha molte analogie, sia a livello storico che culturale, con Livorno e Grosseto. Ecco, vedrei bene Campiglia all’interno di un asse Livorno-Grosseto.
Ma, al momento, la vedo una soluzione difficile». Biagi. «Condivido – esordisce il sindaco Michele Biagi – questa semplificazione e riordino istituzionale, purché venga garantito lo storico buon funzionamento amministrativo della Toscana. Nello stesso tempo, San Vincenzo sta accelerando il progetto di gestioni associate con Castagneto, Sassetta e Bibbona. La concretizzazione di tale progetto prevale sulla scelta della Provincia, perché principalmente c’è bisogno di lanciare una nuova fase strategica di gestioni associate positiva per il futuro del nostro territorio. E poi – conclude Biagi – perché in questo momento il modello di riordino istituzionale delle province non è chiaro».
Paolo Federighi
Il Tirreno 25.07.2012
Io come cittadino di Piombino credo che la soluzione migliore per noi sia quella di essere incorporati nella macroprovincia Grosseto-Siena perchè piccole grandi realtà come Suvereto avrebbero un maggiore guadagno sul fronte agricolo e su quello vinicolo e per noi piombinesi la possibilità di sviluppare al massimo il nostro porto dato che Livorno ci tarpa un po’ troppo le ali e poi anche a livello turistico, perchè la mentalità di sfruttare il territorio la provincia di Livorno non ce l’ha.