La storia di un triplice fallimento:
delle norme urbanistiche, del regionalismo, della sinistra.
Così il professor Salvatore Settis ha definito il nuovo libro di Vezio De Lucia intitolato “Le mie città. Mezzo secolo di urbanistica in Italia” presentato venerdì sera a Venturina per iniziativa del Comune dei Cittadini. Un fallimento di cui hanno fatto le spese il suolo italiano, il paesaggio e lo spirito pubblico.
Una platea numerosa e attenta ha animato il dibattito, arricchito all’esperienza pratica di Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI) e promotore della campagna nazionale “Stop al consumo di suolo”: molti sindaci – ha detto – non si sentono realizzati se non vedono nuove costruzioni. Invece l’esperienza del suo comune dimostra che si può fare a meno di nuove case, migliorando la gestione pubblica del territorio attraverso la partecipazione dei cittadini e la riduzione delle spese superflue.
Vezio De Lucia, uno dei più quotati urbanisti italiani, ha ripreso gli argomenti di Settis illustrando il declino dell’urbanistica e la perdita di ruolo delle istituzioni pubbliche, confermando – come scrive anche nel volume – che nel governo del territorio stiamo vivendo “i peggiori anni della nostra vita”. Ha solo citato, in chiave negativa, l’esperienza dei piani strutturali della Val di Cornia ai quali fu chiamato a lavorare nel 2004. Ne parleremo un’altra volta, ha detto. Ma nel libro (p. 171) la politica urbanistica della Val di Cornia viene descritta come vittima di un’idea di “modernità raccogliticcia” e di una “crescita qualunque”, illusa da un “facile sviluppo nautico e turistico”. Se il problema è più grave nel sud, a Roma, a Milano (rito urbanistico “ambrosiano”) e nel Nord-Est disseminato di villette e capannoni, tutta l’Italia è colpita dal degrado della cultura urbanistica, ed anche la Toscana, che dovrebbe avere su questi temi una responsabilità nazionale sembra avere avuto negli ultimi anni dei cedimenti. Uno sguardo impietoso sul consumo di suolo e la distruzione del paesaggio, di cui è vittima prima di tutto il territorio rurale e l’agricoltura.
Massimo Zucconi, architetto e capogruppo del Comune dei Cittadini, dando voce alle preoccupazioni di molti agricoltori, ha lanciato un vero e proprio allarme per la dissennata diffusione di grandi impianti energetici nelle campagne. Anche i piani regolatori – è stato sottolineato nei numerosi interventi – ormai non ‘regolano’ più e in pratica restano soltanto dei piani di fabbricazione.
10 luglio 2010
Comune dei Cittadini
Il comunicato come appare sula stampa
Il Tirreno 11.7.2010:
DE LUCIA «L’urbanistica è fallita»
La storia di un triplice fallimento: delle norme urbanistiche, del regionalismo, della sinistra. Così il professor Salvatore Settis ha definito il nuovo libro di Vezio De Lucia intitolato “Le mie città”. Mezzo secolo di urbanistica in Italia” presentato venerdì sera a Venturina per iniziativa del Comune dei Cittadini. Una platea numerosa e attenta ha animato il dibattito, arricchito all’esperienza pratica di Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Mi) e promotore della campagna nazionale “Stop al consumo di suolo”: «molti sindaci – ha detto – non si sentono realizzati se non vedono nuove costruzioni». Invece l’esperienza del suo comune dimostra che si può fare a meno di nuove case, migliorando la gestione del territorio e la riduzione delle spese superflue.
Vezio De Lucia, uno dei più quotati urbanisti italiani, ha ripreso gli argomenti di Settis illustrando il declino dell’urbanistica e la perdita di ruolo delle istituzioni pubbliche, confermando – come scrive anche nel volume – che nel governo del territorio stiamo vivendo “i peggiori anni della nostra vita”. Ha solo citato, in chiave negativa, l’esperienza dei piani strutturali della Val di Cornia ai quali fu chiamato a lavorare nel 2004. «Ne parleremo un’altra volta» – ha detto. Ma nel suo libro la politica urbanistica della Val di Cornia viene descritta come vittima di un’idea di “modernità raccogliticcia” e di una “crescita qualunque”, illusa da un “facile sviluppo nautico e turistico”. Tutta l’Italia è colpita dal degrado della cultura urbanistica, ed anche la Toscana, che dovrebbe avere su questi temi una responsabilità nazionale sembra avere avuto dei cedimenti.
Massimo Zucconi, architetto e capogruppo del Comune dei Cittadini, dando voce alle preoccupazioni di molti agricoltori, ha lanciato un allarme per la dissennata diffusione di grandi impianti energetici nelle campagne.
La Nazione 13.7.2010:
Salvatore Settis: «La storia di un triplice fallimento»
«LA STORIA di un triplice fallimento: delle norme urbanistiche, del regionalismo, della sinistra». Così il professor Salvatore Settis ha definito il nuovo libro di Vezio De Lucia intitolato “Le mie città. Mezzo secolo di urbanistica in Italia” presentato a Venturina per iniziativa del Comune dei Cittadini. Un fallimento di cui hanno fatto le spese il suolo italiano, il paesaggio e lo spirito pubblico. Una platea numerosa e attenta ha animato il dibattito, arricchito dall’esperienza pratica di Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI) e promotore della campagna nazionale “Stop al consumo di suolo”. Vezio De Lucia, uno dei più quotati urbanisti italiani, ha ripreso gli argomenti di Settis illustrando il declino dell’urbanistica e la perdita di ruolo delle istituzioni pubbliche, confermando – come scrive anche nel volume – che nel governo del territorio stiamo vivendo “i peggiori anni della nostra vita”. Ha solo citato, in chiave negativa, l’esperienza dei piani strutturali della Val di Cornia ai quali fu chiamato a lavorare nel 2004. Nel libro la politica urbanistica della Val di Cornia viene descritta come vittima di un’idea di “modernità raccogliticcia” e di una “crescita qualunque”, illusa da un “facile sviluppo nautico e turistico”. Massimo Zucconi, architetto e capogruppo del Comune dei Cittadini, dando voce alle preoccupazioni di molti agricoltori, ha lanciato un vero e proprio allarme per la dissennata diffusione di grandi impianti energetici nelle campagne. Anche i piani regolatori ormai non “regolano” più e in pratica restano soltanto dei piani di fabbricazione.
a me dispiace molto che il PD sia superato in furbizia nella difesa del territorio dall’associazione dei costruttori che hanno già scaricato Riccardo Conti nel tentativo di rifarsi una verginità.
Sperando che qualcuno ci caschi.
Intanto ora si chiamano”festa democratica”, ma è sempre un ristorante e il gioco del tappo.Poi d’altra parte noi siamo sempre quelli incazzosi e sicuri di avere ragione per cui ci stanno alla larga.Il fatto è che siamo troppo avanti,tutto qui.
la politica del “pret a porter” venerdì sera ha dato dei buoni risultati, nonostante il caldo e la voglia di evasione dalla pesantezza politica, è stata ottima la partecipazione e grande la soddisfazione del pubblico.
unica nota stonata, ovviamente la mancanza di esponenti del PD, che come al solito ci snobbano, nonostante i ripetuti inviti.
ma d’altronde loro sono esseri superiori, noi dei poveri rompiscatole.
altro che settis finiguerra de lucia, comuni virtuosi, controllo del territorio, energia, raccolta differenziata, risparmio e riuso….a campiglia il partito debosciatico deve organizzare tre feste dell’unità…..mica storie.