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Tassa di soggiorno, l’ultima parola ora passa al Tar

L’associazione operatori turistici di San Vincenzo e della Val di Cornia ha fatto ricorso al Tar, lo scorso 5 giugno, contro il Comune di San Vincenzo e contro l’istituzione, da parte dell’ente, della tassa di soggiorno, in vigore dal primo maggio al 31 ottobre 2012. Gli operatori turistici chiedono infatti al giudice adito l’annullamento, previa sospensione, della deliberazione consiliare del 12 marzo scorso, con cui l’amministrazione comunale aveva approvato l’istituzione dell’imposta. Inoltre, gli operatori richiedono al Comune il risarcimento degli eventuali danni subiti e la condanna dell’ente pubblico alla refusione delle spese di giudizio. L’associazione operatori turistici si costituì nello scorso mese di febbraio proprio per protestare contro l’imposta di soggiorno. Dell’associazione fanno parte 45 strutture turistico-alberghiere e oltre 30 esercizi commerciali. Ultimamente, ha visto confluire al proprio interno anche molti commercianti locali, tanto che l’associazione è diventata “operatori turistici e commerciali San Vincenzo e Val di Cornia”.

Il Comune, tuttavia, ha dato mandato all’avvocato Renzo Grassi di resistere in giudizio al ricorso. Secondo l’ente locale, la deliberazione consiliare del marzo scorso sarebbe stata adottata nel rispetto della normativa vigente, la quale consentirebbe l’istituzione dell’imposta. In più, sempre secondo il Comune, il regolamento dell’imposta sarebbe stato emesso nel rispetto dei margini di discrezionalità consentiti dall’ordinamento, ed il danno grave ed irreparabile nei confronti degli operatori non sarebbe dimostrabile. Secondo l’ente pubblico, la sospensione cautelare comporterebbe un riflesso negativo dal punto di vista del mantenimento dell’equilibrio del bilancio annuale di previsione, recentemente approvato, con il rischio di non garantire l’equilibrio finanziario. Ecco i motivi secondo i quali il Comune ha deciso di resistere in giudizio nel ricorso promosso dall’associazione. Com’ è ovvio, l’associazione ritiene il proprio ricorso fondato e le proprie ragioni più che valide.

Paolo Federighi

Il Tirreno 30.06.2012