Il Tirreno (Lettere e Opinioni) 28.3.2010
In Italia la produzione di energia da fonti rinnovabili non decolla. Le cause vanno ricercate probabilmente in una legislazione che ammette questi impianti ovunque, rinviando però la loro compatibilità ambientale a complesse procedure valutative. L’Italia ha un territorio complesso geograficamente e unico per ricchezza di storia e di paesaggi. Localizzare qui grandi impianti non è agevole. Prova ne sono le molte procedure di valutazione ambientale concluse con esiti negativi. Per tentare di colmare ritardi e caos serve la programmazione pubblica, con la quale stabilire dove costruire impianti garantendo agli operatori certezza del diritto e rapidità delle procedure.
In Val di Cornia il dibattito sulle energie rinnovabili arriva tardi e dopo che sono state prese decisioni sbagliate. Si è tergiversato sulla centrale a biomasse dell’Amatello e dopo 600 giorni d’istruttoria non c’è ancora nessuna decisione, ma una inquietante sospensione del procedimento autorizzativo.
Nel 2008 è stata adottata dai Comuni una variante per le zone agricole che nega la possibilità di costruire centrali a biomasse in campagna, ma ammette la costruzione di grandi impianti fotovoltaici su tutto il territorio agricolo di pianura. A distanza di due anni, dopo che molte imprese hanno presentato progetti nel territorio rurale, cambiano idea e si propongono di vietarli, ma non nelle campagne con problemi di salinità (migliaia di ettari) dove si potranno ancora fare. Anziché risolvere il problema idrico, le proposte dei Comuni sembrano invitare i coltivatori all’abbandono di quelle terre.
Per noi le priorità sono il risparmio energetico, l’installazione di impianti sulle coperture degli edifici e il sostegno alle imprese che si propongono di integrare le proprie attività con la produzione di energia rinnovabile.
Per i grandi impianti di produzione, invece, prima che alle campagne si deve guardare alle vaste aree industriali non utilizzate, alle cave, alle discariche dismesse, ai parcheggi, alle aree intercluse negli svincoli stradali. In ogni caso, la localizzazione di grandi impianti non può essere lasciata al caso o a generici criteri urbanistici. Devono essere i Comuni a individuare puntualmente i siti.