CARO ASSESSORE TI SCRIVO. E PROTESTO
LA REPLICA: NESSUN RIFERIMENTO A CASI SPECIFICI
SETTIS CON IL FRONTE DEL NO
I tre sindaci di Campiglia, Piombino e Suvereto, passano all’attacco.
A Rossana Soffritti, Gianni Anselmi e Giampaolo Pioli non sono piaciute le parole dell’assessore regionale all’urbanistica Anna Marson e in una lettera (vedi testo sotto) le contestano di aver rilasciato dichiarazioni al nostro giornale prima di un confronto con le amministrazioni comunali: «Una gravissima scorrettezza istituzionale».
Spezziamo una lancia però per l’assessore. Marson infatti, come scritto nell’articolo e come specificato da lei ieri sera in un comunicato, deve ancora esaminare il dossier sulla Val di Cornia, le mail dei comitati dei cittadini e gli articoli di stampa usciti. Ma anche all’assessore il problema del rapporto che esiste tra piano strutturale e successivi regolamenti urbanistici non sfugge. «Di sicuro nel rapporto tra piani strutturali e regolamenti urbanistici c’è qualcosa che non funziona — aveva detto Marson — non è detto che sia necessario rivedere la legge, ma dovremo riprendere in mano la questione».
Dunque l’assessore lunedì ha ammesso il problema che poi è quello che denunciano i comitati del Comune di Campiglia (soprattutto su Venturina) e di Suvereto. Dove, ed è il caso di Campiglia, a fronte di un piano strutturale valido fino al 2020 con la previsione massima della costruzione di 650 alloggi, il primo di tre regolamenti urbanistici, secondo i «civici», ne consentirebbe di realizzarne già oltre 700.
Ma ieri sera Marson, appreso della lettera dei tre sindaci della Val di Cornia, ha voluto precisare ulteriormente la sua posizione: «In considerazione delle dichiarazioni attribuitemi oggi (ieri, ndr) da organi di stampa che hanno forzato e strumentalizzato alcune mie affermazioni di carattere generale sul rapporto tra piani strutturali e regolamenti urbanistici, intendo precisare che dal momento in cui ho assunto l’incarico di assessore ho dato priorità agli incontri istituzionali.
Mi sono già vista — prosegue l’assessore — con i vertici di Anci e Uncem. E ora sto incontrando, e continuerò a farlo, i sindaci per conoscere in maniera diretta la singole situazioni urbanistiche e proseguire il confronto sul governo del territorio.Pertanto non mi sarei mai permessa di parlare di un caso specifico, come quello del piano strutturale della Val di Cornia e del regolamento urbanistico dei suoi Comuni, senza prima aver consultato i soggetti istituzionali coinvolti».
I sindaci in realtà non se la prendono solo con la Marson, ma oltre che con i comitati anche con le stesso Vezio De Lucia, l’urbanista che aveva realizzato il piano strutturale dei tre comuni e che aveva criticato il regolamento dei comuni che avrebbero superato il suo lavoro.
Al fianco dei comitati e della lista civica «Comune dei Cittadini», capeggiata da Massimo Zucconi, si è schierato «al 100%» anche il professor Salvatore Settis, direttore della Normale di Pisa che già l’anno scorso con alcune lettere spedite al Tirreno aveva lanciato l’allarme sulle scelte urbanistiche che hanno riguardato e riguardano San Vincenzo («Non sarebbe il momento di innescare una discussione a fondo fra i cittadini, un processo di progettazione dello sviluppo del territorio in termini di qualità dell’abitare e della vita e non di quantità dei metri cubi edificati?») e la Val di Cornia («Oggi i Comuni stanno svendendo il territorio»).
Infine proprio Zucconi ieri ha ribadito la posizione della sua lista civica: «Il regolamento urbanistico del Comune non lascia spazio a interpretazioni perché consente la realizzazione di oltre 700 alloggi rispetto ad un dimensionamento massimo ammissibile di 650 stabilito dal pianto strutturale fino al 2020. Mi chiedo a che serve tanto lavoro se poi, nel momento in cui il piano strutturale viene tradotto in scelte localizzative e dimensionamenti effettivi, si cercano soluzioni che rispondono ad un solo criterio: costruire, costruire, costruire».
Alessio Gaggioli
alessio.gaggioli@rcs.it
La lettera mandata dai 3 sindaci al Direttore del Corriere Fiorentino:
Caro direttore
in merito agli articoli apparsi sul Corriere Fiorentino nei giorni scorsi è indispensabile un chiarimento. Riteniamo una gravissima scorrettezza istituzionale l’intervista rilasciata dall’assessore regionale all’urbanistica, Anna Marson.
L’assessore ha rilasciato dichiarazioni alla stampa in merito ad una questione a lei totalmente sconosciuta senza aver ravvisato la benché minima opportunità di confrontarsi con i Sindaci della Val di Cornia. Avrebbe avuto in questo modo l’opportunità di comprendere quanto non sia venuta meno, al di là delle affermazioni strumentali di chi saltella da un comitato all’altro con una sfacciataggine pari solo alla smemoratezza e alla pochezza degli argomenti, la spinta di chi amministra il territorio verso buone, coordinate e soprattutto utili pratiche di pianificazione territoriale. Questa è la storia della Val di Cornia, e questo abbiamo voluto e vogliamo sia il suo presente.
In secondo luogo è bene precisare l’assenza di qualunque incoerenza del regolamento urbanistico rispetto al piano strutturale, che è stato invece completamente attuato sia nei principi che nel dimensionamento. In merito alla premialità sull’edilizia sociale chi conosce almeno i fondamenti delle regole urbanistiche e dell’interpretazione delle norme sa anche che non è possibile estrapolare una norma e farla vivere di vita propria senza alcuna correlazione con le moltissime altre che regolano lo stesso tema.
Nel caso specifico la norma in questione prevede la possibilità di realizzare un quantitativo aggiuntivo di alloggi destinati al libero mercato a condizione che si realizzino alloggi a locazione concordata (e questa è una norma) ma all’interno di tutta una serie di altri parametri che nei fatti ne limitano concretamente la realizzazione solo ad alcune unità.
Ultime considerazione di merito. Il principio secondo il quale il dimensionamento posizionato nelle aree critiche (cioè non urbanisticamente soddisfacenti) non concorre al dimensionamento totale fu introdotto nel piano strutturale, proprio su proposta di Vezio De Lucia, con lo scopo di dotare quegli ambiti di leve anche economiche adeguate ad attivare processi di riqualificazione. È dunque di tutta evidenza – e stupisce che l’architetto si scagli contro sue medesime scelte – che limitare esclusivamente al numero degli alloggi il contenuto di un regolamento urbanistico denota un approccio al tema meramente ideologico e, cosa più grave, denuncia un appannamento deontologico che fa il paio con l’opportunismo politico di cui sopra: entrambi aspetti aggiuntivi e preoccupanti del degrado etico che ci avvolge.
Lo sforzo per ricercare modalità di realizzare alloggi per ridurre il disagio abitativo e la difficoltà di accedere ad abitazioni in locazione crediamo vada salutata con favore. L’urbanistica è pratica seria che mal si presta ai balletti. Si possono discutere scelte di merito, ma non mistificare la realtà, che è quella di uno sforzo disciplinare di alto contenuto tecnico e politico, fornendo all’opinione pubblica calcoli errati incartati in una discutibile e non motivata supponenza moralistica.
Rossana Soffritti, sindaco di Campiglia
Gianni Anselmi, sindaco di Piombino
Giampaolo Pioli, sindaco di Suvereto
(Lettera pubblicata su La Nazione del 29.5.2010 – ndlr)
Corriere Fiorentino 26 maggio 2010
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